ALPRALOZAM, LEXOTAN E UN PIZZICO DI HALDOL: PRIMA IMBOTTISCONO IL FIGLIO, POI CI PROVANO CON LA MADRE.

Vi racconto, nel rispetto della privacy e del segreto istruttorio, l’ennesima giornata di follia vissuta in qualità di Maresciallo dell’Arma dei Carabinieri.

Ieri mi sono recato in Milano, zona Niguarda, per riconsegnare alla madre di un 40enne scomparso tragicamente alcuni mesi fa (nulla ha a che fare con gli psicofarmaci, e non posso precisare oltre in ossequio al segreto istruttorio e alla privacy della famiglia dell’interessato), gli effetti personali del proprio figlio.

Come sempre, cerco di fare il mio lavoro in maniera non sterile, ricordando sempre di avere davanti a me un essere umano sofferente e degno di rispetto.

Intraprendo quindi una conversazione con la madre, che mi precisa che il proprio figlio, dopo la morte del padre, aveva cominciato a manifestare un disagio, subito “tamponato” con il magnifico trio composto dall’Alprazolam (principio attivo del tranquillante “Xanax”), dal Lexotan (un’altra benzodiazepina) e dall’Haldol (un antipsicotico di vecchia generazione).

A lei stessa, dopo il tragico evento, era stato “consigliato” di intraprendere una bella terapia antidepressiva, prontamente rifiutata dalla donna.

Il mondo si sta lentamente trasformando.

Stiamo diventando un pianeta basato e fondato sugli psicofarmaci, somministrati al pari delle “Zigulì”.

Non passa giorno della mia quasi ventennale carriera durante il quale io non incontri una persona che sta assumendo un qualunque tipo di psicofarmaco.

Siamo all’anticamera dello sfascio.

Per i nuovi lettori: scandagliate tutto il blog, in quanto è una miniera di informazioni disponibili gratuitamente per tutti. 
Per tutti: chiunque abbia subito un danno personale o di un suo congiunto/amici, può mandare la propria storia a pbisant@hotmail.com
Per tutti: per ricevere la newsletter del blog, iscrivetevi utilizzando la relativa funzione nella colonna a destra