LETTERA
Caro Pietro,
Ti avevo scritto su Facebook, ma comprendo bene che hai tante mail a cui rispondere.
Provo a raccontarti in breve la mia storia.
Ho iniziato da piccola a manifestare il mio “mal di vivere” o meglio, il mio bisogno di maggiore attenzione, ma i miei genitori non l’hanno capito: a 7 anni ho tentato il suicidio. Dopo un forte rimprovero di mio padre, ho rotto due termometri e ne ho ingerito il mercurio.
Ho scritto una lettera di addio, ma poi ho avuto paura, ho chiamato mio padre e sono stata portata in ospedale dove non mi hanno fatto una lavanda gastrica, ma hanno consigliato ai miei genitori di farmi mangiare tante patate. Tornati a casa, ci siamo messi a tavola per pranzare. Mio padre mi ha presa un po’ in giro (umiliandomi, senza rendersene conto) e poi niente più. Né una parola di conforto, o tantomeno hanno pensato di portarmi da uno psicologo. Comunque sia, è andata così e so che loro hanno fatto del loro meglio.
Io ho “elaborato” questo evento da sola, ma non so quanto tempo il mercurio sia rimasto nel mio corpo…ammesso che sia uscito! 🙂
Poi c’è stata una lunghissima e travagliatissima separazione dei miei genitori, poi, ovviamente, un rapporto altrettanto lungo e doloroso rapporto con un fidanzato ed un lavoro assolutamente inappagante, ma il classico lavoro sicuro che in pochi in Sicilia avrebbero il coraggio di lasciare.
Per circa due anni -2009/2011- ho preso antidepressivi e fumato canne, poi la decisione di andare sei mesi in Australia, di interrompere con tutto, fidanzato, lavoro, famiglia, antidepressivi e canne. Al rientro in Italia, la vita più o meno è ripresa normalmente, ho iniziato a praticare yoga e meditazione, ero molto giù ma non sono caduta nella trappola degli antidepressivi.
Al lavoro sembrava tutto ok, fin quando la responsabile mi ha comunicato che sarei stata trasferita al call center (dopo 17 anni di malavita, pure il call center, no!). Altro trauma. Ma reagisco. Decido di dimettermi a fronte di una discreta buona uscita.
Quindi decido di ricostruire la mia vita a 41 anni. Stavo benino, ho fatto un ritiro di meditazione che mi ha dato grande carica, volevo diventare insegnante di yoga e meditazione, volevo viaggiare, poi incontro un uomo col quale inizialmente ero felice, poi pian piano, per tutta una serie di episodi, sono andata giù. Molto giù. Senza lavoro, col sospetto che l’uomo di cui sono molto innamorata, mi tradisse, sempre sola perché mi ero trasferita al suo seguito in un paesello dove non conoscevo nessuno, totalmente priva di forze e motivazione. Ho perso i miei obiettivi, ho perso me stessa.
PER UN ANNO Ho tentato con tutte le mie forze di non cadere nel tunnel degli antidepressivi, ho speso circa 10 mila euro di medici e medicine alternative, Reiki, Shiatsu, omeopatia, ho fatto un ritiro di meditazione, ma nulla. Non succedeva nulla. Ho anche tentato una dieta molto drastica per un mese, no zuccheri, no farine, no formaggi, tanta frutta e verdura…all’inizio stavo benissimo, dopo due settimane tutto è tornato come sempre. Buio. Tutto estremamente difficile. Inutile. Pensiero fisso al suicidio. Ad agosto scorso ho ceduto.
Prima Laroxyl, poi cipralex. Adesso non è che stia benissimo…gli antidepressivi mi fanno dormire male, ma almeno ho la forza di uscire dal letto, mandare qualche curriculum ogni tanto. I soldi della mobilità stanno per finire e ho tanta paura.
Non ho ancora ordinato il tuo libro (non trovo l’iban sul blog, me lo mandi per favore?), ma, a parte il libro, ho anche bisogno di un sostegno morale perché nei momenti di “down” mi sembra di impazzire e i pensieri “brutti” sono ricorrenti e spesso mi faccio paura. Ho paura.
Ti va di aiutarmi?
Resto in attesa di un tuo cenno.
Grazie,
Lettera firmata
RISPOSTA
Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi…
Chi di noi potrà dire, sul letto di morte, di aver avuto una vita senza difficoltà?
Nessuno.
Chi più, chi meno, ognuno di noi dovrà affrontare lutti, abbandoni e in generale episodi negativi: questa è la Vita.
Si può però decidere di arrivare a questi “appuntamenti” in due modi: forti e decisi o deboli e spaventati.
Arrivarci “forti e decisi” significa in primis cominciare a trattare il proprio corpo come se fosse una reliquia, anzitutto per quanto riguarda quello che infiliamo in bocca cinque volte o più al giorno.
Non mi stancherò mai di ripetere quanto l’aspetto emozionale e quello organico siano intimamente collegati.
Nessuno nega, a riguardo, quanto sia importante essere supportati nella vita, ma SMETTIAMO DI PENSARE CHE VIVERE SIGNIFICHI SPOSARSI, FARE FIGLI E TROVARE UN LAVORO FISSO.
Questi “obiettivi”, quando portati avanti con esasperazione e non con gioia, sono la causa principale del malessere che affligge i nostri tempi.
Cominciate TUTTI a centrare la vostra vita su VOI STESSI, il resto verrà da sé.
A questo va aggiunta una alimentazione IMPECCABILE così come descrivo da anni nel blog.
Non si può infatti pensare mai e poi mai di poter ottenere una salute mentale forte e costante se ci si ingozza di merda.
Sono pronto ad aiutarti ma ricorda che la strada verso la VERA salute è fatta di coerenza ed impegno ogni singolo giorno.
Non basta “mangiare una mela un giorno”: la mela va mangiata TUTTI i giorni per ottenere un risultato vero e duraturo e non effimero e passeggero come con la merda chimica che ingerisci e che, al di là di tutto, non fa stare bene, NEMMENO PER FINTA.
Pietro Eupremio Maria Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.
SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.
Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.