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LAMICTAL INSOPPORTABILE. VITAMINA D O SERPLUS PER CURARE LA DEPRESSIONE? NESSUNO DEI DUE!

Buongiorno sig. Bisanti,
la contatto per congratularmi con lei per i suoi articoli, il suo blog che ho letto attentamente riguardo gli psicofarmaci e la psichiatria, condivido tutto.. Lei ha perfettamente ragione, le dico questo in virtù della mia esperienza personale..

E a tal proposito dato che io il lamictal che mi hanno dato come stabilizzatore dell’umore non lo sopporto più a causa degli effetti collaterali che mi sta causando, e lei mi sembra ben preparato sull’argomento, volevo chiederle un consiglio, cosa pensa della vitamina D portata a 80 ng/ml per curare la depressione, ormai è provato scientificamente che portata a quel dosaggio ematico ha un potente effetto antidepressivo e serotoninergico. Però gli psichiatri non lo dicono, perché non gli conviene, la vitamina D è mutuabile e non costa quasi niente.. 

Ho parlato con uno specialista di Trento, (non psichiatra) che la utilizza per curare questa presunta depressione, sempre che questa diagnosi esista davvero… e poi il mio medico di famiglia mi ha consigliato il Serplus un integratore, (alfalattoalbumina) che stimola la serotonina cerebrale attraverso il triptofano intestinale, cioè cura i sintomi attraverso l’intestino..
Lei cosa ne pensa, me li consiglia? Meglio la vitamina D o il Serplus (che ha un costo alto)..
la ringrazio, spero di ricevere un suo consiglio.
Distinti saluti,

Firmato Antonio

RISPOSTA
Buongiorno sig. Antonio,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Cerchiamo prima di tutto di capire alcuni concetti base.

Primo: tutte le cosiddette “patologie psichiatriche” altro non sono che veri e propri sintomi fisici, che possono avere una base psicologica/organica/ambientale o tutte e tre.
Le faccio un esempio…

Se sono intollerante al glutine (e chi più chi meno, tutti lo siamo, essendo i cereali un cibo designato da Madre Natura per i granivori e non per gli esseri umani), avrò grande possibilità di sviluppare anche sintomi evidenti nella sfera psichiatrica, che saranno esacerbati se già, magari, ho grossi problemi economici (e questo non vuole dire che se non li avessi, non svilupperei comunque problemi mentali legati al glutine).

Secondo: tutti gli effetti definiti “collaterali” sono e rimangono effetti a tutti gli effetti del farmaco, anche se non voluti.

Terzo: NON SI GUARISCE soffocando i sintomi, che questo venga fatto con un farmaco o con un integratore.

Alte dosi di vitamine non fanno altro che “dopare” il corpo, dando, come nei farmaci, una illusoria sensazione di benessere, pronta a crollare una volta interrotta la sostanza di turno.

E qui le pongo una domanda… Se non esistessero la vitamina D sintetica o il Serplus, lei sarebbe destinato a stare male per sempre?

Direi proprio di no…

La guarigione, infatti, passa solo ed unicamente attraverso un riequilibrio totale della propria parte fisica, e conseguentemente di quella spirituale.

Ho coniato il termine “cibi puliti=pensieri puliti”; uno non può prescindere dall’altro.

Quindi, se fossi in lei, mi occuperei immediatamente di rafforzare il mio corpo fisico attraverso uno scalaggio graduale del farmaco (consiglio il 10% al mese) e la “conversione” verso un’alimentazione vegana, a ZERO glutine, a bassissimo tenore di bassi, crudista quanto basta.

Tutto questo da farsi con altrettanta moderazione e progressione.

Non ci sono scorciatoie, non ci sono medicine miracolose, non ci sono intrugli magici: stare bene, fisicamente e mentalmente, passa attraverso quelle che sono le basi: alimentazione, esposizione al sole ed esercizio fisico.

Ci sentiamo in privato.

Avanti così

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


DOPO 11 ANNI DI PSICANALISI E TRE DI PSICOFARMACI, “FINALMENTE” LA DIAGNOSI DI “SIMIL ASPERGER”

DAL SERVIZIO “CHATTA ORA” DEL BLOG DI ALIMENTAZIONE E SALUTE

A mio figlio di 24 anni dopo 11 anni di psicanalisi e poi 3 anni di psicofarmaci (ora viene trattato con Abilify, Sereupin e gocce di Haldol la sera) finalmente uno psicologo clinico ha diagnosticato un disturbo simil Asperger (2 settimane fa).

Ritiro sociale, timidezza, paura di essere rifiutato (ha subito qualche episodio di bullismo a 10 anni) non soffre di ritardi cognitivi: lo psicologo ha riscontrato ottima memoria, intelligenza vivace, eloquio fluido. Non ha amici, non riesce a studiare perché ha difficoltà di concentrazione (anche se si è diplomato con ottimi voti) ma non riesce più a studiare. Soffre della mancanza di una compagna.

RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Mi perdoni se potrò sembrarle troppo “duro” nelle mie risposte, ma tutto quello che faccio lo faccio solo ed esclusivamente per cercare di svegliare coscienze troppo addormentate come la sua.

Abbiamo un ragazzo psicanalizzato per ben 11 anni, e dopo ulteriori tre di psicofarmaci si ritrova sempre al punto di prima. Questo non la porta a pensare, a ragionare che tutto quello che è stato fatto non ha minimamente indirizzato le cause alla base delle problematiche di suo figlio?

A che serve rivangare un episodio di bullismo accaduto a 10 anni? Lei pensa che questo possa portare strascichi a vita di natura psichiatrica così marcati?

Pur avendo il massimo rispetto per tutte le persone realmente devastate da pesantissimi traumi psicologici, non posso negare come si tralasci sempre e comunque il nostro “lato fisico”.

Vaccinazioni, farmaci e alimentazione sbagliata sono le tre cause principali alla base del decadimento generale della salute (non solo mentale) di tutto il genere umano.

Se ne freghi delle diagnosi del dottorone di turno: nessuno sa il perché suo figlio non stia bene e nessuno a maggior ragione sa come “curarlo”.

L’unico che sa cosa sta succedendo e come “aggiustarlo” è suo figlio stesso, attraverso l’innata intelligenza e saggezza del suo sistema immunitario.

Smettiamo di drogare letteralmente questo ragazzo con sostanze psicoattive potentissime come gli antidepressivi SSRI e gli antipsicotici: così non guarirà mai, anzi, non si farà altro che cronicizzare la sua già precaria situazione.

Legga attentamente questo blog, e cominci a sistemare il “lato fisico” di suo figlio: il resto verrà da sé.

Io ci sono


Pietro Bisanti

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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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LA LORO CAZZO DI FILASTROCCA: PRENDI LA TERAPIA, PRENDI LA TERAPIA, PRENDI LA TERAPIA…

Sono ****** e ho ***** anni e vivo da sola con 2 gatti persiani. Al mondo ho solo dei parenti e una sorella sposata più grande di me ma è come se non avessi nessuno. Ho deciso di scalare gli psicofarmaci da sola dopo aver letto tante cose, tante esperienze di altre persone sullo scalaggio degli psicofarmaci. 

Prendevo da 10 anni una pastiglia di sereupin al mattino e le gocce di serenase alla sera certi periodi 20 gocce certi periodi 15 gocce a seconda di come stavo il mio psichiatra me le ordinava. In 10 anni sono aumentata di peso vertiginosamente anche perché non lavoravo più e quindi non facevo più movimento non ho neanche la resistenza di fare una dieta che ho provato più volte inutilmente. 

Ora da un mese da 20 gocce di serenase ne prendo 10 e la pastiglia di sereupin da 20 mg sono arrivata a prenderne metà della metà proprio da oggi in avanti. Cerco di andare piano nello scalaggio anche se ho dimezzato in un mese perché non ne potevo più dalla rabbia dopo tutto quello che ho letto. 

Ho preso la depressione nell’ambiente di lavoro appunto 10 anni fa e sono stata costretta a licenziarmi perché stavo male e avevo tutti contro sul lavoro. In 10 anni ho fatto mi sembra 3 ricoveri e sono stata aiutata da un amica perché mia sorella se ne è lavata le mani anzi voleva mettermi in una casa famiglia perché secondo lei non sarei più riuscita a vivere da sola. 

Fra l’altro questa mia amica una volta mi ha fatto ricoverare che STAVO BENE, solo per aggiustare la terapia come diceva lei. Ho passato dei periodi che stavo male non ero capace di farmi da mangiare  o di stare da sola e volevo morire e non sopportavo la vita ho ripreso il lavoro ma dopo lo dovuto rilasciare. 

In 10 anni ho poi lavorato 1 mese all’anno in un’azienda dolciaria per il resto del tempo durante l’anno andavo al centro di salute mentale della mia città al mattino e prendevo la terapia prescritta. A dire il vero all’inizio nel 2006 ho preso altri psicofarmaci di cui non ricordo il nome sempre per la depressione per poi passare definitivamente al sereupin 20 mg e serenase 2 mg. 

Il sereupin so che è un antidepressivo a base di paroxetina e il serenase è un farmaco vecchio e invasivo un antipsicotico che io non so se ho anche la psicosi. Il mio psichiatra da tutti descritto come il più bravo, un primario di una casa di cura me li ha ordinati e vado da lui per una visita di controllo 1 volta alla anno con questa mia amica che ha 3 anni più di me e continua a ripetermi all’infinito di prendere la terapia perché  sa che qualche volta ho cercato di saltarla.

Da febbraio ho un lavoro di 4 ore al pomeriggio che mi hanno trovato i servizi sociali  un lavoro protetto faccio le pulizie in un’azienda e altri lavoretti all’inizio è stata dura ambientarsi perché sono molto timida e avevo paura  delle persone  tanto che prima di partire da casa mi veniva un’ansia terribile e ho dovuto prendere una pastiglia di Tavor da 1 mg poi mezza per un periodo. 

Adesso non la prendo più e sto scalando gli psicofarmaci da sola perché se lo dicessi al mio psichiatra non vuole scalari perché dice che li devo prendere per tutta la vita. In concomitanza con lo scalaggio sto prendendo al mattino 3 capsule dell’erboristeria che agiscono sul sistema nervoso  per essere un po’ coperta e quando sarò arrivata a 5 gocce di serenase alla sera l’erborista mi da qualcosa con la melatonina per dormire e la serotonina per la depressione. 

Soffro di più la depressione in primavera infatti la primavera scorsa è stato terribile anche per il nuovo lavoro pur prendendo gli psicofarmaci stabiliti. Ora invece mi sono ambientata e vado al lavoro  volentieri ho voglia di vivere e di combattere non soffro di attacchi di panico e non ho più l’ansia so che posso vivere anch’io senza psicofarmaci come tutte le persone normali.  

So che ci vorranno tanti mesi per scalare e finora ho avvertito un po’ di mal di testa e forse un po’ di nausea i primi giorni. Io non ce la faccio a mangiare vegano crudista come ho visto che lei raccomanda nello scalaggio dei psicofarmaci. Una volta al mese vado al centro di salute mentale per il colloquio  con la psicologa ma a lei non dico dello scalaggio che sto facendo. Cordialmente la saluto e la ringrazio per i consigli  che vorrà darmi oltre al suo libro che sto aspettando. 
Inviato da Tablet Samsung.

Lettera firmata

Buongiorno Anonima,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Ormai non mi meraviglio più di niente. Da 14 anni sono un ricercatore indipendente di tutto ciò che riguarda gli psicofarmaci e la salute mentale, ma storie come la sua non possono non colpirmi.

Ci sarebbe da scrivere un manuale dal titolo “Come rovinare un essere umano”.

L’hanno chimicamente lobotomizzata, isolata socialmente, per poi darle un lavoretto da “malata di mente” per sfruttarla fino alla fine.

La sua forza di volontà è incredibilmente ammirevole, ma voglio darle assolutamente dei consigli per non ricadere (o cadere ulteriormente) nelle mani dei suoi carnefici.

Lo scalaggio deve essere lentissimo, non più del 10% al mese, iniziando con un farmaco per volta (nel suo caso, l’antidepressivo).

L’alimentazione andrà assolutamente cambiata, e sarà la carta vincente.

Anche questo lo faccia con progressività, ma elimini subito zuccheri artificiali, glutine e latticini.

Su questo niente sconti, in quanto sono le sostanze più problematiche per ciò che concerne la salute mentale.

Non sarà facile, per nulla, anche perché non ha nessuno che la può fisicamente supportare, ma la sua determinazione l’ha fatta cominciare.

E io sono con lei.

Ci sentiamo in privato

Pietro Bisanti

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DISCOPATIA E STEROIDI A MANETTA: COLON IRRITABILE E ARTRALGIE DIFFUSE

DAL SERVIZIO DEL BLOG “CHATTA ORA”

Ciao! Sono Emanuela. Ho passato un anno difficile per una discopatia e poi un incidente con colpo di frusta. Gli effetti degli steroidi, integratori e stress sono stati colon irritabile e artralgie. Ho 32 anni e ho deciso di cambiare. Dopo 3 mesi di transizione sono al punto in cui mangio cotto solo a cena. Ora da 15 giorni ho delle parestesie al volto, abbastanza simmetriche che sono partite dallo zigomo e fatto il giro per il naso convergono verso le orecchie. In più formicolii blandi a gambe e braccia. Mai muco mai un raffreddore e invidio le mie coinquiline tutte febbricitanti. Tu credi sia un effetto eliminativo? Mangio frutta quasi per 2 kg e insalata prima delle verdure o piatto senza glutine. In questi giorni ho l’umore nero e non riesco a mangiare molto, vado giù di peso, ma ho una repulsione per la frutta. Non mi sono mai sentita in forma in questi 4 mesi, ma ora sto ai minimi. Che mi consigli? Grazie, Emanuela


RISPOSTA
Buongiorno Emanuela,
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Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.

Veniamo a noi.
Non è sempre facile riconoscere un effetto che sia la causa diretta di una crisi eliminativa, oppure di altro.
Quello di cui sono convinto è che intrapresa la giusta strada, bisogna semplicemente andare avanti senza mai demordere, sapendo che il corpo, alla fine, a meno di situazioni ormai inevitabilmente compromesse (e questo non è sicuramente il tuo caso), saprà ritrovare l’equilibrio perduto (e solo il nostro organismo può comunque farlo).
Logico è che la medicina convenzionale rimane assolutamente utile nei casi emergenziali da pronto soccorso, oppure quando effettivamente vi è una origine traumatica che necessita di un intervento (e sul blog mai mi sono permesso di demonizzare questo aspetto).
Quindi, avanti così, ma alcuni consigli mi permetto comunque di darteli.
Vai avanti a zero glutine, ma se ti accorgi di non avere miglioramenti, elimina totalmente tutti i cereali e tutti i legumi.
Cerca di tenere il livello di grassi molto basso, le cui calorie giornaliere non devono coprire più del 10% del totale.
Questo è indispensabile per far sì che tutta la frutta che mangi si trasformi prontamente in energia, e che l’insulina non venga ostacolata dal sangue troppo grasso.
Quindi modera tantissimo frutta secca e soprattutto gli oli vegetali, che se puoi, escluderei totalmente.
Avanti così e tienimi aggiornato.
Pietro Bisanti

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DISFUNZIONI SESSUALI POST SSRI: UOMINI E DONNE, NON DITE CHE NON VI AVEVO AVVERTITO

LETTERA

Caro Pietro
(perdonami se mi permetto di darti del tu) mi chiamo ****** e sono un ragazzo di 26 anni affetto da pssd.
Ho letto che sei in procinto di pubblicare un libro riguardo gli abusi della psichiatria.
Ebbene quello che ti vorrei raccontare non è solo la mia storia, ma quella di altre persone che, a causa di questa sindrome e del rifiuto di aiutarle da parte degli stessi medici che le avevano messe in questa condizione, si sono tolte la vita.
Non credo che questo sia il posto giusto per parlare di argomenti così delicati; io sono di **** e se ti potrebbe interessare, anche in vista delle tue pubblicazioni future, mi piacerebbe incontrarti per narrarti questi fatti.
Aspetto una tua risposta.

Lettera firmata


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Veniamo a noi.  

Ho più volte trattato nel blog le devastanti ripercussioni sul lato sessuale conseguenti all’assunzione degli antidepressivi SSRI e SNRI.
Problematica, questa, tanto diffusa quanto (soprattutto in malafede) tenuta nascosta o addirittura negata dagli psichiatri stessi anche davanti alla più manifesta evidenza.
Gli antidepressivi SSRI e SNRI DISTRUGGONO LA VITA SESSUALE DI UOMINI E DONNE, ANCHE A SEGUITO DELL’ASSUNZIONE DI UNA SINGOLA DOSE.
Non ci vogliono studi scientifici, basta osservare il disastro generalizzato di storie tutte simili.
Uomini impotenti, donne incapaci di lubrificarsi o di raggiungere un orgasmo.
Questa è la mostruosa situazione.
Il mio libro è già uscito e tratta abbondantemente anche questo aspetto, che studio da moltissimi anni.
Cosa fare ora?
La regola è sempre la stessa.
Prima di tutto, buttare nel WC tutte le porcherie chimiche che si stanno assumendo, avendo cura di effettuare uno scalaggio lento e costante così come descritto in questo blog.
Seconda cosa, smettere di affidare la propria salute agli stessi cialtroni che ve l’hanno distrutta. Loro hanno una vita sessuale e voi no, e continuate ad ascoltarli?
Terza cosa, avere massima fiducia nelle capacità autoguaritive del corpo umano,  fermi nella convinzione che il “corpo non va mai contro se stesso”.
Il giorno stesso che smetterete gli antidepressivi, il vostro organismo cercherà di tornare in omeostasi, cioè in equilibrio, anche dal punto di vista sessuale.
Quello che possiamo e dobbiamo fare è mettere il nostro corpo nelle migliori condizioni per fare quello che sa fare meglio, e cioè autoguarirsi.
ALLA LARGA da ulteriori terapie per cercare di ritrovare forzosamente la sessualità perduta. Se e quando tornerà, lo deciderà il vostro organismo, l’unico in grado di sapere esattamente cosa si sia “rotto” e come “sistemarlo”. Rischiereste alla fine solo di aggiungere tossicità a tossicità.

L’alimentazione la fa quindi da padrona: il veganismo a ZERO glutine (e se serve, zero cereali e legumi) a basso tenore di grassi è il massimo che si possa fare per aiutare il proprio corpo a ritrovare l’equilibrio perduto.
Ci sentiamo in privato. Sono disponibile a un incontro come da te richiesto.
Forza e coraggio
Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

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Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

DIETA VEGANA E GRANDI MIGLIORAMENTI: COSA NE PENSI PIETRO DEI VACCINI PER I CANI E DELLE CROCCHETTE? E CHE SUCCEDE SE VOGLIONO FARMI UN TSO?

LETTERA

Ciao Pietro, stai facendo un lavoro immenso! Grazie!
Sono *********, di ********, ci dovevamo sentire al cell stasera alle 21, ma ti ho chiamato qualche volta ma mi dava la segreteria, allora ho pensato di scriverti.

Sto iniziando a leggere il tuo blog in lungo e in largo, prima leggevo solo gli ultimi articoli, e ho diversi chiarimenti  da chiederti.

Sto scalando le medicine, ora prendo da 23 gg Seroquel per 125 mg e Serenase blu 4 gocce, ho calato tanto negli ultimi mesi accoppiando una dieta vegana, sto molto bene, in questi ultimi mesi ancora non ho sofferto le pene dell’inferno, solo 2-3 gg ma 2 mesi fa perché scalavo 2 medicine alla volta. Dato che sto bene e nell’ultimo calo non ho minimamente sofferto, io quasi quasi proverei già a scalare ulteriormente  un 10% del Seroquel, anche se son passati solo 23 gg e non 1 mese come dicono i protocolli, tu che mi consigli? Scusami, sto tornando alla vita e non vedo l’ora che sia così!

Ora che faccio meno medicine e faccio una dieta vegana, sto iniziando ad avere nuovamente emozioni, ma è un bel cambiamento! E’ come una cosa nuova. Adesso che sento di nuovo emozioni e prima non sentivo nulla, mi commuovo molto più facilmente, provo compassione, mi arrabbio anche! Scherzo molto più facilmente e sto tornando ad avere amici.

Ti volevo chiedere una cosa, dato che ho sentito varie volte di TSO punitivi per chi voleva smettere le medicine, e i miei genitori sanno cosa sto facendo, e hanno molta paura anche se li rassicuro che sto molto bene, ma loro pendono dalle labbra dello psichiatra e mi dicono sempre di non smetterle, ho paura che informeranno lo psichiatra, e non vorrei subire un TSO ingiusto, io le voglio smettere le medicine, come posso difendermi? Legalmente cosa posso fare? So che tu hai anche un apparato legale che segue queste cose, cosa devo fare, chiamare te? 

Pratico un po’ di sport a livello blando, ma finito con le medicine vorrei applicarmi molto seriamente, facevo competizioni e vorrei tornare a farlo, ho letto che sei contro agli integratori, è così anche a livello sportivo spinto? Tu che mi consigli?

Ho letto che hai un cane, anch’io! Mi sta dando tanto! Mi sta aiutando tanto, assieme a te e a mia moglie.
Ho letto che sei contrario ai vaccini e alle crocchette, e io la penso come te. Vorrei non fargli più il vaccino ogni anno, ma legalmente rischio qualcosa? Non è che poi mi denunciano per maltrattamento? Nel vaccino ci sono tante sostanze chimiche dannose, ma poi se si infetta con una puntura di zanzara, quando vado dal veterinario mi può denunciare? E il cibo tu che cibo gli dai? Io gli do le scatolette con pezzetti di carne, ma chissà cos’altro c’è dentro..
Sto leggendo un libro di Marco Pizzuti “Scoperte mediche non autorizzate” ed è molto interessante. Dice tante cose che nessuno dice dei vaccini, tumori, AIDS, Bigfarma…

Ti chiedo se posso, leggendo tutto il tuo sito, se mi vengono altre domande su chiarimenti, se posso chiederti in via privata, con mail, e dirti come sta andando la mia dismissione dai farmaci.

RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.
Sono felice di risentirti e di leggere dei tuoi grandi progressi: avanti così!
Ai sensi dell’art. 32 della nostra Costituzione, in assenza di un provvedimento coercitivo, sei libero di fare quello che ti pare, anche di continuare nello scalaggio dei farmaci se senti che è il momento giusto.
Quello che farei io è di seguire alcune linee guida che ritengo corrette, e cioè scalaggio del 10% al mese, anche se ti senti già meglio.
Non avere fretta: migliora sempre di più l’alimentazione assieme a uno scalaggio graduale e i risultati arriveranno eccome.
L’importante è capire che se e quando arriveranno le crisi da dismissione, queste andranno affrontate con la consapevolezza che sono un segnale positivo e che presto o tardi passeranno, lasciandoti più “guarito” di prima.
Cosa penso del cibo industriale dato ai nostri animali? Il peggio del peggio.
Cibo cotto a 200 gradi, fatto di scarti industriali che sarebbero invendibili, pieno di grassi per renderlo falsamente saporito,
Cibo, poi, composto in gran parte da cereali; alimento, questo, completamente incompatibile con l’apparato digerente di un cane, che in natura mangerebbe solamente carne e qualche bacca.
Basta prendere una qualunque confezione di crocchette o di “umido” e leggere gli ingredienti, che sono sempre e comunque indicati in ordine di quantità.
Al primo posto si trovano, come detto, quasi sempre i cereali (soprattutto il super economico mais), e anche se i prodotti più costosi sono di fatto composti di carne, sono e rimangono cibo morto e stracotto.
Vuoi sapere cosa mangiano i miei cani?
Ho quattro stupendi cani: Gorica (una meticcia taglia media di 8 anni), Ralph (un bassethound di 7 anni), Hero (un labrador nero di 6 anni) e Ronnie Junior (un meticcio pastore di 4 anni).
Tutti mangiano carne cruda, interiora comprese, che sono importantissime per l’alimentazione di un carnivoro.
Piantiamola di voler snaturare i nostri animali in nome di un Credo che nulla ha a che vedere con loro: IO sono vegano perché questa è a mio parere la natura umana.
Un CANE in natura non mangerebbe tofu e broccoli, e quindi è giusto che venga alimentato secondo il suo disegno antropometrico.
Non è mai troppo tardi per cambiare alimentazione ai nostri cani, e i risultati saranno sorprendenti.
Denti puliti, alito profumato, pelo stupendo, e soprattutto non riconoscerete le loro feci: piccole, compatte, che potete raccogliere con lo scopettino, a differenza di quelle prodotte da un’alimentazione a base di cereali, che praticamente ci regala dei “panettoni” che altro non sono che il cibo transitato per l’intestino e non assorbito in quanto incompatibile.

I cani, al giorno d’oggi, vivono mediamente 6-8 anni, per poi dover essere eutanasizzati in conseguenza di malattie degenerative, tumori in primis.

Piantiamola, lo ripeto, di volerli snaturare a tutti i costi trasformandoli in vegani o in granivori.

E piantiamola di riempirli di chimica deleteria dalla mattina alla sera: vaccini annuali, trattamento per la prevenzione della filaria, antiparassitari chimici: non sono obbligatori, nessuno ti “verrà a cercare” se non li fai e non rischi nulla. Solo se dovessi portarli all’estero ci sono dei vaccini obbligatori, come quello antirabbico, in assoluto il più deleterio e devastante per qualunque cane.

Vi siete mai chiesti la motivazione per cui l’antiparassitario che utilizzate per il vostro cane (da adoperare con i guanti) lo “protegge” per un mese o più?

Semplicemente perché il vostro cane è diventato un “sacco di veleno”, a cui nemmeno le zecche si avvicinano.

E la domanda sorge spontanea… Avete paura della puntura di una zecca, ma non di versare sul corpo del vostro cane quello che è e rimane un veleno, utilizzato persino in agricoltura come insetticida?

Apriamo gli occhi! In natura nessun animale si vaccina e una moderata infestazione parassitaria è la normalità, senza che questa causi alcun tipo di problema.

Impariamo a trattare ogni specie vivente avendo rispetto della sua vera natura… a cominciare da NOI stessi.

Avanti così

Pietro Bisanti

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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


A CHE COSA SERVONO GLI PSICOFARMACI?

LETTERA

Salve, mi sono avvicinato al vostro blog e l’ho trovato interessante. Siccome tempo addietro sono stato ricoverato per volere dei miei genitori, sono stato obbligato a prendere degli psicofarmaci con iniezione. Gli psicofarmaci li ho presi soltanto per 3 mesi, dopodiché ne sono uscito fuori. 

Soltanto perché ero depresso e diventato aggressivo nei confronti di mia madre, mi è stata diagnosticata la patologia della schizofrenia acuta, senza alcuna concreta prova. Adesso mi sento come se avessi le carte macchiate, poiché siccome vorrei prendermi la patente C, la diagnosi potrebbe comprometterne il conseguimento. Fatta questa premessa, mi preme chiedervi a cosa servono gli psicofarmaci. Che effetto hanno sul nostro corpo? Sono nocivi? Quando li prendevo sentivo la mia autostima andare a pezzi, e oltretutto avevo avuto un blocco nella produzione del liquido seminale. 

A distanza di 6 mesi da quando non prendo più gli psicofarmaci, la produzione del mio liquido seminale è diminuita di molto. La psichiatria cosa pensa di ottenere con la somministrazione degli psicofarmaci? Io penso che gli psicofarmaci servano nient’altro che ad inibire gli ormoni, allo scopo di rendere mansueti. Che ne pensate?

Grazie per la cortese attenzione,

Cordiali saluti.

Lettera firmata

RISPOSTA
Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Nel suo caso specifico, potrei sbagliarmi ma sento “puzza di cannabis”, e se così è stato, la esorto a starne molto alla larga, essendo capace di distruggere la sanità mentale di qualunque essere umano, anche se viene fatta passare come droga leggera e panacea di tutti i mali.

La risposta alla sua domanda è semplice: gli psicofarmaci sono delle sostanze di totale sintesi chimica che distruggono totalmente l’essenza fisica, mentale e spirituale di chi volontariamente o su costrizione li assume.

Sono sostanze che definisco demoniache, capaci di costringere il nostro sistema nervoso a “camminare” in una posizione di totale disequilibrio.

Distruggono l’autostima, la voglia di vivere, la capacità di emozionarsi, la capacità di prendere decisioni, l’autocontrollo.

Sono talmente potenti che spingono le persone ad uccidere e/o ad uccidersi.

Dato che il corpo è un tutt’uno e non un insieme scollegato di “pezzi”, gli psicofarmaci, agendo sul sistema nervoso, distruggono la vita sessuale delle persone, anche permanentemente.

Distruggono il metabolismo, facendo ingrassare le persone anche di 60 kg, come nel caso degli antipsicotici come lo Zyprexa.

Perché tutto questo, lei mi chiede?

Per tanti motivi, tra cui, ovviamente, quello economico.

100.000.000 di assuntori nel mondo in crescita esponenziale sono un business da trilioni di dollari.

Inoltre la Psichiatria è da sempre utilizzata nella sua funzione primaria di controllo sociale, specialmente in Paesi meno democratici del nostro.

Non dimentichiamo mai però che vi è un effettivo aumento delle patologie legate alla sfera emozionale, e che molto spesso è il malcapitato di turno a chiedere che gli vengano prescritti degli psicofarmaci.

Il nostro involucro FISICO è nato per utilizzare un carburante che si chiama “frutta e verdura” e deve essere trattato secondo dei criteri di rispetto.

Metti dell’olio minerale in un’auto che lo richiede sintetico, e vedrai che succede.

Lo stesso vale per il nostro corpo: droghe, farmaci, cibo sbagliato, zero attività fisica, zero sole, zero aria pulita; come si fa a pensare di poter funzionare al meglio in queste condizioni?

Il messaggio epocale e pionieristico di questo blog è che i disturbi mentali sono solo sintomi che non vanno mai e poi mai combattuti a suon di siringoni, bensì attraverso un rinnovato stile di vita.

Prima si sistema l’alimentazione, e poi si affrontano, con un corpo pulito e combattivo, tutti i problemi di natura pratica e psicologica che ognuno di noi, presto o tardi, più o meno impegnativi, dovrà affrontare.

Un corpo fisico ben alimentato e ben trattato è la carta vincente per superare gli ostacoli psicologici e pratici della vita: provare per credere.

Nel suo caso specifico, ho altri consigli da darle.

Sicuramente le avranno fatto un antipsicotico in modalità “depot”, cioè intramuscolo a lento rilascio.

È una modalità devastante, ed è “normale” che abbia influito sulla sfera sessuale in modo pesante.

Ora, legga in lungo e in largo il blog e si avvicini all’alimentazione che consiglio, e vedrà che il corpo recupererà molto più velocemente.

Abbia fiducia nelle sue capacità autoguaritive: il corpo non va mai contro se stesso, a patto che non continuiamo a trattarlo come una latrina.

Per quanto riguarda la patente: lei, per Legge, è obbligato a dichiarare qualunque tipo di “patologia mentale” all’atto della visita medica per il primo rilascio od il rinnovo.

Le consiglio quindi, attraverso uno psichiatra di sua fiducia, di farsi visitare, far vedere che sta bene, e farsi rilasciare un certificato in tal senso.

Per il resto, sono qua.

Forza e coraggio
Pietro Bisanti

Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra. 
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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.


LE GIUSTE RIFLESSIONI DI UN OPERATORE SOCIO-SANITARIO

LETTERA

Buonasera Maresciallo

Mi chiamo *******, e abito in un comune dell’hinterland ******, ho ascoltato con grande interesse il suo intervento nella puntata 167 di Border Nights. in poche parole volevo farle conoscere la mia esperienza in materia. 

Sono un operatore socio-sanitario e animatore presso una cooperativa sociale del mio paese che ha in appalto servizi sociali quali l’assistenza domiciliare, il servizio di accompagnamento disabili, l’educativa minori, l’educativa scolastica etc. Dal 2009, seguo un ragazzo di circa ******, quindi praticamente un mio coetaneo, affetto da schizofrenia paranoica (295.3/F20.0 criterio ICD-10), attraverso il finanziamento della Legge n°162/98. 

Nell’arco ormai di quasi sette anni sento di poter fare le seguenti considerazioni:
1) l’alternarsi di almeno 4 medici psichiatri del CSM dei quali tre indirizzati verso una terapia fortemente farmacologica, soltanto uno di questi ha predisposto una terapia volta alla graduale riduzione dei farmaci, in particolare del RISPERDAL, valorizzando invece l’attività sportiva e ludico-ricreativa e favorendo il lavoro d’equipe tra personale del CSM, operatori dei servizi sociali e famiglia.
2) negli ultimi tre anni, in presenza di una terapia farmacologica “carica”, l’utente ha subito due TSO; gli episodi caratterizzanti sono passati dall’autolesionismo alla violenza contro familiari e contro gli operatori, tutto sommato senza gravi conseguenze, (in due occasioni io stesso sono stato l’oggetto dello sfogo violento dell’utente ma in entrambi i casi grazie all’aiuto di un collega siamo stati in grado di contenere l’utente senza che si facesse male né lui né noi e senza la necessità di scomodare il personale del CSM e riportandolo ad una situazione di calma in cui siamo riusciti a ragionare insieme a lui su cosa potesse essere stato il fattore scatenante della crisi);       
3) nel corso degli anni, una costante riduzione dei fondi destinati all’utente dalla Legge n°162/98 ha determinato la drastica scelta di dover dare priorità a certe prestazioni rispetto ad altre, per esempio l’igiene personale e l’alleggerimento sul carico familiare rispetto alla supervisione nelle faccende domestiche o nell’interazione con i familiari durante le visite al CSM, col rischio di non fornire all’utente un aiuto univoco e condiviso dall’intera equipe.

In conclusione posso dire, per la mia esperienza, che il sofferente mentale è un utente con cui ci vuole molta forza di volontà, non è facile amarlo ed essergli amico, ha bisogno che gli si dedichi del tempo, tanto tempo; spero di agire sempre con coscienza e professionalità e di imparare dagli errori che commetto. 
La cosa che mi preoccupa di più è che, nei momenti di lucidità, l’utente mi dica che vivere così non è più possibile, non ce la fa più. Ciò mi spaventa più di una crisi. Vorrei dargli almeno una speranza.
Grazie per l’attenzione.

cordiali saluti
Lettera firmata

p.s. può darmi indicazioni per acquistare il suo libro Assassini in pillole? Grazie.  


RISPOSTA

Buongiorno Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Il concetto principale è uno solo: NON ESISTONO MALATI MENTALI.

La cosiddetta “malattia mentale” è e rimane un sintomo, che va capito, affrontato e sradicato alla base.

NESSUN MALATO MENTALE È INGUARIBILE: si diventa cronici solo ed esclusivamente “grazie” agli psicofarmaci, che distruggono corpo e mente, rendendo incapace il malcapitato di turno di qualsiasi reazione.

L’ALIMENTAZIONE è IL PRIMO ASPETTO CHE VA CONSIDERATO per ristabilire un corretto equilibrio psicofisico.

Ci sono nel mondo MILIONI di persone etichettate come malati mentali, quando in realtà sono semplicemente cronicamente intossicate.

L’unica maniera, a mio umile parere, per far tornare alla vita un “malato mentale” è questa: scalaggio graduale dei farmaci, alimentazione vegana, crudista quanto basta, a ZERO glutine e bassissimo tenore di grassi.

Amore, comprensione e capire che abbiamo di fronte a noi UN ESSERE UMANO e non una latrina dove svuotare pillole e siringoni.

Grazie per la sua sensibilità. Ce ne vorrebbero di operatori come lei.

Ci sentiamo in privato.

Avanti così
Pietro Bisanti

UN DELIRIO DI PSICOFARMACI: NON TI GUARIRANNO NE’ I SOLDI NE’ UNA DONNA

LETTERA

Credo che come ben esposto da Pietro non ha importanza che origini abbiano certe patologie, è importante piuttosto affrontarle con lo strumento più naturale, salutare ed innocuo, che è l’alimentazione.

Nel mio caso tanti sono i fattori che remano contro, quando nasci prematuro, non hai un allattamento naturale, passi quaranta giorni in incubatrice con una nutrizione artificiale e vieni sballottato di qua e di là senza un calore materno poi nella mia esistenza ho constatato che le problematiche sono scoppiate come mine in guerra; a dodici anni già ebbi un attacco di panico da finire in pronto soccorso (paura di morire=paura dell’abbandono), ho passato una miriade di peripezie, credo tanto più di vivere in un contesto che sento come un fardello, ed è una cosa comune quando senti di avere il peso sulle spalle di un’azienda famigliare, tu, e solo tu.

Pietro sa che per la fobia polarizzata di cui soffrivo e soffro, con gli psicofarmaci c’è stato un benessere di sette anni poi tutto è tornato come prima, forse peggio.
Non riuscivo a mangiare con gente sconosciuta e a volte il mangiare non mi  andava giù, a volte mi accadeva già alle superiori, la sera, quand’ero più teso.
Ho preso vagoni di psicofarmaci.

Il mio problema è di non avere le idee chiare, di essere un indeciso cronico, di non avere le palle di una sterzata totale, avessi almeno una compagna che mi sorregge sarebbe molto più facile; e di donne ne ho perse tante, per la mia incapacità di saper amare, purtroppo sempre incantato dal volto di alcune donne con cui poi ho avuto una relazione e ci credevo, non lo so, quando mi prendevano a prima vista è come se sentissi il mio paio di scarpe finalmente giusto da calzare.

Ho tentato da solo in tre mesi di togliere l’efexor 37.5, non ho avvertito grandi problemi, e francamente non ho cambiato l’alimentazione come espressamente scritto da Pietro. Non andava così male, finché un giorno al bar ebbi un attacco di panico mente guardacaso mangiavo una brioches, fu un caso limite, ma poi quando dovevo trovarmi fuori con gente che poco conoscevo per smorzare la tensione dovevo farmi un calice di vino, e non più di uno, per l’effetto sedante.

Stanco di tutto ciò ripresi la terapia ma non funzionava più come un tempo, cosa che mi fa pensare è che quando ripresi l’efexor 37.5 ricominciarono i mal di stomaco, e non poco.
Stanco di tutto ciò e abbastanza stressato dall’ambiente di lavoro decisi di recarmi in una casa di cura. Lì fu cambiata terapia, e furono provati svariati farmaci: abbandonai l’efexor per la paroxetina e in concomitanza presi l’olanzapina serale (da notare che il 5 mg mi scatenò un attacco di panico una notte).
Ben 29 giorni.

Tornai a casa e le cose andarono bene solo per poco, poi decisi di togliere l’olanzapina e in accordo con lo specialista abbassai la paroxetina a 10 mg, passai notti insonni, ero distrutto, una iperidrosi pazzesca,
Mio padre, pover’uomo, disperato, chiamò il mio psichiatra di fiducia e fui ricoverato in psichiatria.

Botte di flebo di valium e stetti subito meglio. Mi ridiede l’efexor, il 75. In quell’ambiente ovattato non andava male, ah, l’efexor mi procurò un prolasso rettale mica da poco che essendo ahimè esperto della problematica risolsi in 16-18 giorni. Mi venne dato oltre al rivotril anche il Sereprile, una benzamide sostituta che va a lavorare sulle discinesie della peristalsi, e poi fui mandato a casa…poiché avvertivo troppo attivante l’efexor ritornai alla coperta di linus, il 37.5, abbassai pure il rivotril e il sereprile, e non di poco.


Ebbi forti esplosioni di sudorazione palmare che debbo dire si sono attenuate, ma la mia forza fisica e soprattutto il mio stomaco stanno male, non riesco più a digerire, mi sento un coltello allo stomaco…ora assumo l’efexor, al dosaggio più basso in commercio, il 37.5, rivotril 1 mg al giorno, mirtazapina 15 alla sera, sereprile 50 mg, ma stando così le cose il mio psichiatra vorrebbe sostituirmelo col trilafon da 2 mg….e sì che già in passato le esperienze con i neurolettici non furono granché positive su di me, già avvertivo fastidiose sei gocce di Talofen!

Questa è la mia storia attuale…Pietro mi è già stato vicino più di una volta, penso che rimarrà forse deluso, ma non credo mi abbandoni…non ho mai comunque pianto né fatto pensieri estremi, ho la forza e la pazienza di un samurai, ma mi sono rotto le scatole di vivere male, forse sono una gran testa dura!!!Spero che la mia lettera serva di monito a tanta altra gente….

F.to Michele

RISPOSTA
Ciao Michele,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Grazie anzitutto di aver deciso di aprire il tuo cuore e di esserti comunque messo in gioco.

Ma non basta.

La scintilla del cambiamento deve venire da te. Da dentro.

Non c’è denaro o donna che possano restituirti la salute perduta.

L’alimentazione è il PRIMO fattore che bisogna prendere in considerazione per “alleggerire il nostro zaino di tossine quando decidiamo di risalire la montagna”.

Questo non significa che la vita giri tutta intorno a quello che si mangia, ma non si può negare l’importanza cruciale di una alimentazione compatibile con il nostro disegno antropometrico.

Via i farmaci, alimentazione finalmente compatibile e tutto il resto verrà da sé.

Fino a quando cercherai prima il resto, sarà solo la continua catastrofe.

Forza e coraggio
Pietro Bisanti

Per tutti: questo epocale lavoro informativo non chiede niente a nessuno. Viviamo di donazioni spontanee. Chiunque voglia aiutarci, può farlo attraverso le indicazioni che trovate in alto a destra. 
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.

TU E VALDO VACCARO SIETE LE MIE PRIME LETTURE QUOTIDIANE: AIUTAMI AD AIUTARE MIA SUOCERA DISTRUTTA DA MILLE FARMACI

Ciao Pietro,

mi permetto di darti del tu, visto che il tuo blog lo consulto quotidianamente da tempo, essendovi approdato da riferimenti che avevo trovato sul sito di Valdo Vaccaro (persona che seguo da anni)

Trovo estremamente interessanti le testimonianze che leggo sul tuo blog, e condivido totalmente quanto sostieni a carico degli effetti degli psicofarmaci e medicine in generale; io sono diventato vegancrudista tendenziale, risolvendo molte patologie (la peggiore la Spondiloartrite e Ipertensione) e dismettendo qualsiasi medicinale.

Ti contatto invece a riguardo del caso di mia suocera, 75enne, vedova, sola in casa (noi siamo ad una decina di chilometri) che da oltre 25 anni soffre di dolori diffusi su tutto il corpo e che l’hanno portata negli anni ad alternare una serie di cure e ad assumere quantità industriali di farmaci, in funzione del dottore a cui sottoponeva la sua patologia; a distanza di anni gli hanno dato un nome, FIBROMIALGIA, malattia di origine, dicono, autoimmune; ma avendo letto
i libri di Valdo, di Ehret e Shelton ora sono consapevole che l’origine di questa malattia è legata all’alimentazione ed allo stock di veleni farmaci che ha assunto e che sta tuttora assumendo;
purtroppo dall’anno scorso le hanno diagnosticato IPOTIROIDISMO, che le ha fatto introdurre nella lista di farmaci anche l’EUTIROX..

In sintesi questa la lista di medicine a tutt’oggi ingurgitate

Mattina
1 Eutirox 50mg  – 75 mg i primi 6 mesi, ora ridotti da endrocinologa a 50
1 Xanax 50mg –  da oltre 25 anni !! – all’inizio 3 pastiglie!
1 Palexia 25mg – le ho fatto scalare io la dose iniziale di 50 mg il 5 marzo 2015

Sera
½ Sirdalud-  2 mg – scalato da 4mg
15 Gocce Daparox -33,1 mg

Mentre
1 Trittico 50 mg-> l’ho convinta a smetterlo il 5 marzo 2015

L’endocrinologa le dice che l’Eutirox lo dovrà prendere a vita e che il fatto di aver preso svariati chili da quando lo assume (strana concomitanza) è dovuta alla sua  pregressa malattia (FIBROMIALGIA).

Ha subito l’asportazione di un carcinoma al seno al centro tumori di Milano, assumendo poi quotidianamente per 5 anni una terapia non ben nota, con un farmaco sperimentale; è tutt’ora sottoposta a controlli periodici semestrali

Sono riuscito a convincerla ad approdare ad una alimentazione di tipo vegetariano, anche se non riesce ad eliminare alcune scatolette di tonno, qualche mozzarella e cibi cotti e a diminuire alcune dosi dei farmaci, ma è subentrata la tiroide.

Essendo una persona, passamelo, di una certa età, faccio fatica io a convincerla del tutto a dismettere con scalaggio da tutti i farmaci che assume, essendo lei di generazione che ha sempre venerato il dottore specialista, e convinta che i farmaci fossero l’unica via di uscita da qualsiasi patologia (come lo ero anch’io non più di qualche anno fa).

Ti chiedo se possiamo sentirci, vederci (siamo in provincia di ******), il mio potere persuasivo è limitato nei suoi confronti; invece credo che tu con la tua esperienza e con tutto quello che hai visto in questi anni, possa aiutarmi a restituirle una vita dignitosa (è spesso segregata in casa, avendo difficoltà nel camminare con dolori diffusi sulle gambe e sotto i piedi) impostando
uno scalaggio da tutto quanto prende, mettendola in avviso delle inevitabili crisi eliminative, e diffidando da quanto le viene prescritto dai dottori di turno ed approdando ad una alimentazione più naturale e crudista.

Per qualsiasi tua risposta ti sarò infinitamente grato; per me quello che fai ha un valore inestimabile; sembra un complimento interessato, ma ti garantisco che tu e Valdo siete le mie prime letture quotidiane (quando inserite nuove discussioni).

Lettera firmata


RISPOSTA
Ciao Anonimo,
e grazie di aver scritto a questo piccolo uomo.
Come dico sempre, non sono un medico, non faccio diagnosi, non curo nessuno né prescrivo alcunché, e ben me ne guardo dal farlo, essendo io stesso un autentico sostenitore della capacità autoguaritiva del corpo umano, allorquando gliene venga data la possibilità.
Veniamo a noi.

Quello che è accaduto (e sta accadendo) a tua suocera è l’esempio più classico e lampante della totale disfatta dalla medicina moderna, Psichiatria in primis.

Ci sarebbe veramente da scrivere un manuale dal titolo “Come rovinare un essere umano”.

Ora, grazie alla tua evoluzione e alla tua nuova apertura mentale, ci sono dei margini di azione, ma dobbiamo fare insieme delle considerazioni importanti, che non sono una “dichiarazione di resa”, bensì un’attenta analisi di tutta la situazione.

Abbiamo davanti una donna ormai provata da anni e anni di insulti medici, sottoposta a una pesantissima terapia farmacologica, con delle convinzioni ben radicate e non più giovanissima.

La scintilla del cambiamento deve partire da LEI e non da TE: questo significa che noi abbiamo solo il “potere” di consigliare.

Bisogna anche valutare se tua suocera sia disposta a sopportare, consapevolmente, le crisi eliminative che arriveranno probabilmente anche feroci.

Non dimenticare mai che sta assumendo farmaci per la tiroide (Eutirox), oppiacei (Palexia), antidepressivi (Daparox, il cui principio attivo, la Paroxetina, è il più difficile da dismettere tra gli SSRI, e Trittico), benzodiazepine (Xanax) e miorilassanti (Sirdalud).

In pratica, tutto quello che le sta accadendo è semplicemente medico-causato, e mi chiedo come si possa non inorridire davanti a una tale mostruosità di prescrizioni…

Quindi, ricapitolando, il primo passo sarà stabilire un contatto (e sarò felice di venire a conoscere te e tua suocera).

Il secondo passo sarà, se tua suocera deciderà liberamente in tal senso in ossequio anche all’art. 32 della nostra Carta Costituzionale, cominciare un’inversione di rotta a tutto campo, alimentare e farmacologica, in modo intelligente e graduale.

Questo significa che dovrà avvicinarsi a un’alimentazione vegana, crudista quanto basta, a bassissimo tenore di grassi, a ZERO glutine e con un uso ridottissimo comunque di cereali e legumi, da farsi in modo lento e costante, per non scatenare crisi eliminative troppo difficili da gestire.

Tutto questo tenendo sempre in mente che hanno trasformato tua suocera in una tossicodipendente legalizzata, e che dismettere oppiacei e psicofarmaci può essere veramente durissima, come scendere in un girone infernale.

Il corpo ha delle risorse incredibili, ma solo e soltanto tua suocera potrà decidere per se stessa, prendendosi tutte le responsabilità umane e legali di smettere di affidare la propria vita nelle mani degli altri

Con la consapevolezza che ella stessa potrà scegliere di optare per il “male minore”, e cioè di farsi “cullare” dai farmaci fino alla fine dei suoi giorni.

In questo caso, e in ogni caso, quello che noi possiamo dare è amore incondizionato.

Ci sentiamo in privato.

Forza e coraggio
Pietro Bisanti


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Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
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SIAMO INOLTRE IN GRADO DI FORNIRE UN SERVIZIO DI ASSISTENZA PSICOLOGICA NON ATTRAVERSO IL SOLITO “PSICOLOGO DA LETTINO”, BENSI’ CON L’AUSILIO DI PROFESSIONISTI CHE AIUTINO VERAMENTE, SENZA “INCOLLARE” IL PAZIENTE A VITA.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.



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