15 ANNI DI PSICOFARMACI, QUANDO L’UNICA COSA CHE CI SERVE SONO CIBI PULITI E PENSIERI PULITI

LETTERA

Ciao Pietro

Sono G***** l’amico di Debora, la ragazza con cui hai presentato il tuo libro a Scandiano (RE).

E’ arrivato il momento di provare ad affrontare questo aspetto della mia vita.

Vorrei scalare i farmaci che prendo ormai da 15 anni e vivere senza averne piu’ bisogno.

Ho iniziato a 22 anni e ora ne ho 37.

A 17 ho iniziato ad andare da uno psicologo del CSM per affrontare meglio difficolta’ direi adolescenziali.
Ma per me gli incontri diventavano un detonatore di problemi..invece di risolverli.

Poi in un momento brutto i miei genitori mi hanno portato da uno psichiatra privato che mi ha dato dei medicinali.

I ricordi di quel periodo sono sfocati, e non so se i sintomi gravi quali allucinazioni..siano sorti dopo la visita.

Fatto sta che dopo qualche settimana vengo ricoverato per 25, 30 giorni al diagnosi e cura di Reggio Emilia.

Questo a 22 anni nel 1999.

Dopo vengo seguito da uno psichiatra del CSM che e’ anche quello del fratello di Debora.

Lui sorvolando dira’ che forse la causa del ricovero e’ stato il farmaco che mi ha dato il medico privato..che su di me ha un effetto negativo.

Inizio prendendo credo 20, 25 gocce di serenase blu, una puntura di haldol mensile e un altro farmaco credo contro manifestazioni piramidali..forse non e’ il termine giusto.

Poi negli anni il serenase su mia richiesta lo caliamo. Fino a 5 gocce al giorno.

All’età di 25, 26 credo inizio a prendere il Lamictal da 100.

E negli anni ho preso per qualche mese del laroxil..credo per due volte..

E per qualche periodo delle benzodiazipine..che poi mi scalavo io..con molta sintomi di agitazione e tensione.

Ma sono ormai 6, 7 anni che prendo solo haldol ogni mese credo 25 mg..e Lamictal da 100 alla mattina.

Le ultime 5 gocce di serenase me le sono scalate io, credo un anno fa.

Questo mese ho saltato l’haldol..nel senso che devo ancora fare la puntura da un mese e mezzo.

Ti avevo già parlato un po’ della situazione al telefono.

Peso 130 kg per 187 cm, l’anno scorso sono arrivato a 106 kg partendo da un 2004 in cui ero 148kg, poi sono riengrassato..anche perché ho lavorato molto meno.

Questi due anni da solo senza una famiglia sono stati durissimi..ma sono stato ben alla larga dallo psichiatra..Debora quando l’ho conosciuta ha usato queste parole..

BRAVISSIMI A CREARE PAURE..
Io penso che questa visione possa essere realistica..

A ottobre 2012 avevo già detto allo psichiatra che non volevo più andare ai colloqui.
Poi dopo la morte di mia madre a dicembre..
E dopo le molte riflessioni e bilanci..che credo si facciano dopo lutti cosi’ gravi..

Il mio pensiero interiore verso quel medico e’ stato: tutto quello o quasi tutto quello che quel medico mi dice e anche come me lo dice..le modalita’ relazionali che usa con me… Ecc..NON SONO IL MIO BENE.

Mio padre morto nel 2004.
Mia madre nel 2012.
Con mio fratello non ci vediamo da un anno.
Sono single.
A marzo 2014 ho lasciato il lavoro, per finire l’universita’ e fare un corso di formazione.
Ho lavorato luglio e agosto da un contadino e ogni tanto do una mano ad un montatore di serramenti come garzone..per darmi un po’ di reddito.

Quindi la mia famiglia sono io e il mio cane e in caso di difficolta’ nello scalaggio non so a chi chiedere aiuto..

E pensavo se potremmo lavorare in tandem in sinergia con uno psichiatra di foggia LOIACONO..CHE SI BASA SULL’ANTI PSICHIATRIA..E PUO’ OSPITARE NEL SUO CENTRO..NON USA MEDICINALI..

Ha fondato una onlus la nuova specie..

Ne sai qualcosa? E’ una persona seria e per il bene?

Ah non ti ho chiesto la cosa piu’ importante..posso contare sul tuo aiuto?

IN QUESTI MESI CHE MI SON DATO COME SABBATICI..POSSO AFFRONTARE CON PIU CALMA IL PERCORSO

Pero’ forse e’ cosi’ per tutti..quando lavoravo ero strastanco..delle molte ore al lavoro
e degli ambienti di lavoro, nel senso delle relazioni..cioe’ delle persone con cui stavo…

Ho sempre lavorato in cooperativa di facchinaggio magazzino e il lavoro e’ molto pesante..

E ho sempre fatto molta fatica a vivere bene i luoghi di lavoro, cioe’ stare bene.con le persone con cui lavoravo.

Forse un po’ perche’ comunque ho fatto l’universita’ e ho una discreta cultura..e gli ambienti di magazzino non spiccano per buone maniere e poesia.

Adesso che invece sono 9 mesi che sono fermo da un vero e proprio impiego.
La stanchezza deriva dalla solitudine..in cui spesso mi perdo.. dai momenti di abbattimento…dalla fatica di organizzarmi.. dalle mille cose che vorrei fare..e dalla fatica della perseveranza..del dare un senso alla mia vita…quando per me spesso parlare con qualcuno e’ gia’ un evento..di una mattinata..a volte di una giornata..

E’ dura’.

Posso nei limiti delle mie possibilta’ contribuire come dici nel blog alle spese!!

Grazie CIAO

Lettera firmata


RISPOSTA
Ciao G*****,
e grazie di aver scritto questa lettera, ma soprattutto di aver aperto il tuo cuore.
Ci siamo già conosciuti a Scandiano alla presentazione del libro, e quindi sai bene che sono un carabiniere e non un medico.
NON avere una laurea in Medicina, e la successiva specializzazione in Psichiatria, è per me un vanto, e un valore aggiunto, in quanto non sono passato per quei meccanismi lobotomizzanti, che ti insegnano semplicemente che i disturbi mentali debbano essere letteralmente annientati a suon di bombe chimiche.
Veniamo a noi…
Nessun dottorone dell’epoca dell’inizio del tuo “disagio” ha saputo fare quello che ogni medico ed essere umano in primis dovrebbe fare: prenderti per mano, scandagliarti fisicamente per escludere qualunque problema organico e PARLARTI, rassicurarti e aiutarti.
No…meglio anni e anni di bombe chimiche che ti hanno portato a pesare 130 kg, senza aver risolto un bel nulla di niente.
Ringrazia questi cosiddetti “esperti di salute mentale”, che ti hanno letteralmente rubato 15 anni di vita.
Ma non è il momento di fermarsi a piangere e a rimuginare il passato.
Hai letto il libro, leggi il blog, quindi sai cosa deve essere fatto.
Ci sentiamo in privato per tutto.
Io non abbandono nessuno
Forza e coraggio
Pietro Bisanti
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Siamo ora in grado di offrire un servizio di tutela legale, per chiunque si trovi tra le maglie della psichiatria o abbia subito da essa un danno.
Il concetto è molto semplice: chi può pagare poco, paga poco; chi non può pagare nulla, non pagherà nulla e noi interverremo comunque, per il semplice concetto che un essere umano in difficoltà deve sempre essere aiutato; chi può pagare tanto, pagherà il giusto e sarà a sua discrezione donare qualcosa a questa causa.
In questo modo, in base alle proprie possibilità, questo innovativo servizio potrà rimanere in piedi, senza sprofondare dopo due giorni.

Noi ci siamo. Per tutti, nel limite delle nostre possibilità.